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I vini rosati in Italia

03/08/2020 Da Francesca Lascia un commento!

I migliori vini rosati in Italia? Ce li dice la nuova Guida Slow Wine 2020

vini rosati italia slow wine

I vini rosati sono una delle 3 tipologie di vino assieme ai vini rossi e bianchi. Anche se in realtà le tipologie di vino sono 4: va aggiunta quella dei vini bianchi macerati, conosciuti più col nome di orange wines, che le associazioni sommelier ancora stentano a riconoscere.

La presentazione dell’edizione 2020 de “I migliori 100 vini rosa d’Italia” (che puoi rivedere qui) si è tenuta la scorsa settimana alla Banca del Vino di Pollenzo (Bra).
La Guida di Slow Wine è interessante non solamente perché indica al consumatore alcuni dei migliori vini rosa italiani. La Guida antepone alla lista delle cantine un interessante chiarimento della tipologia “vino rosa”. Puoi trovare risposte a questioni quali i colori dei vini rosa, come sono prodotti, il loro mercato, quando si bevono i rosati e se essi invecchiano. Infine un capitolo è dedicato alla storia e ai territori dei vini rosati italiani.

Il consumo italiano dei vini rosati

Come spiega Giancarlo Gariglio (uno dei due curatori con F. Giavedoni), i vini rosati all’estero hanno un grandissimo successo (soprattutto negli Stati Uniti). Il loro consumo in Italia invece è davvero limitato (pari a un misero 4%). Qui il mercato dei vini rosati è secondario rispetto a quello dei rossi e dei bianchi, ovviamente eccetto quelle zone tradizionali di produzione in cui da sempre si bevono volentieri i vini rosati.

Gli italiani pensano ancora che siano vini di seconda scelta, di dubbia qualità. Eppure hanno fatto passi da gigante, con un notevole miglioramento qualitativo. Gariglio parla di un incremento della qualità riscontrato nelle degustazioni degli ultimi anni, che sembra stia agendo anche sulla percezione di questa tipologia di vino (come dimostrano anche le buone vendite della Guida e la sua seconda edizione!). La Guida di Slow Wine è molto selettiva e comprende solo un centinaio di vini.

Come si scrive nell’introduzione alla Guida, i vini rosa

“stanno bene con il 90 per cento, e oltre, delle ricette che arrivano sulle nostre tavole, e questo non solo durante l’estate, perché il loro consumo va assolutamente destagionalizzato.”

Sei di quelli che snobbano i vini rosati? Sei disposto a metterti in gioco e a provarli quest’estate? Prima però continua a leggere e troverai tanti consigli per scegliere vini rosati buoni.

La biodiversità dei vini rosati italiani

Il rosa dei vini rosati ha tante sfumature. Tutti i colori del rosa nel vino dipendono dal vitigno, dal metodo di produzione e soprattutto dal territorio in cui vengono prodotti.

Il territorio va inteso come il microcosmo in cui si intrecciano la storia dei luoghi e delle persone, dell’ampelografia e dell’economia locale. Per questo di un vino è importante conoscerne la provenienza e la storia. Per questo quando si beve un vino si dovrebbe bere anche la storia rappresentata in quel liquido nel bicchere, e quindi emozionarsi ancora di più nel berlo.

A me interessa soprattutto capire come la tipologia di vino rosato si collochi nel presente. Siccome lavoro nella comunicazione digitale del Food&Wine, ho fatto un paio di ricerche sul web per capire meglio come venga percepita oggi questa tipologia di vino.

seo mercato vino

Questione di terminologia: vino rosato, vino rosè e vino rosa e la novella dello stento

Conoscete la novella dello stento che dura tanto tempo? No? Riguarda ahimé in questo contesto chi comunica il vino. Parlo della comunicazione digitale del vino (e del cibo), e sottolineo digitale. Essa ha le sue peculiarità, che raramente anche i comunicatori del vino conoscono. Stentano dunque a comunicarlo con efficacia, quando si tratta di articoli scritti per il web.

Alle informazioni che trovo nella Guida ho voluto affiancare la prospettiva digitale della specialista Seo. Ho fatto una ricerca per capire che termini cerca una persona di lingua italiana quando cerca su Google informazioni su questa tipologia di vino. Una ricerca di questo genere parte da un interesse linguistico (come chiama la maggior parte degli italiani questa tipologia di vino?) e di marketing (ad esempio: che termine usare per vendere di più online oppure ottimizzare un articolo per un sito web?).

Partiamo dell’ultimo. Il termine che Slow Wine ritiene più corretto per definire questa tipologia di vino (“vino rosa”. Perché? Leggi qui) purtroppo è anche il meno diffuso. Chi cerca su Google informazioni su questa tipologia di vino usa anzitutto il termine “vino rosato”, poi il termine “vino rosè” e raramente “vino rosa” (fonti: answerthepublic, Google trends). Le enoteche online che vogliono vendere i vini rosati infatti usano principalmente il primo termine (basti vedere Tannico, Vino75, Callmewine ecc.).

Se io desidero che questo articolo venga facilmente trovato su Google e quindi sia letto da più persone possibili, uso l’espressione “vino rosato” (cosa che ho fatto).
Tutto ciò non è un mero gioco di parole o di pallose tecniche informatiche, ma serve a capire la percezione che il potenziale lettore o compratore ha di questa tipologia di vino. Poi se ne parliamo a voce davanti a un bicchiere di vino parlerò di vini rosa, perché il ragionamento che fa Slow Wine torna. Non posso che augurarci che la dicitura “vini rosa” diventi parte della lingua viva e si inizi a usarla abitualmente come per ora si fa con “vini rosati”.

Lo stesso funziona per tutte le ricerche di qualsiasi cosa che noi facciamo ogni giorno su internet. Questo mondo mezzo tecnico, mezzo linguistico, mezzo psicologico/filosofico è il mondo della Seo, di cui mi occupo da più di 10 anni (in pratica cerco di leggere nella mente di chi cerca sul web, soprattutto chi cerca vini e cibi).
Vi assicuro che la palla di cristallo non c’entra nulla. L’indovina è stata sostituita dagli algoritmi di Google, dai motori di ricerca, dagli skills multitasking del comunicatore che scrive per il web e che ottimizza i siti internet.

La biodiversità dei colori

“L’Italia ha una grande fortuna nella produzione dei vini rosa”, dice Gariglio, la quale consiste nella grande diversità. Questa diversità la riscontriamo in 3 fattori:

  1. Nella biodiversità dei colori
  2. Nella biodiversità dei vitigni
  3. Nella molteplicità dei territori di produzione, alcuni di essi tradizionalmente legati a questa tipologia

Col concetto di “biodiversità di colori” si va a integrare il lato estetico nel concetto biologico/agronomico di biodiversità.

È la Francia, e in particolare la Provenza, che domina la produzione mondiale dei vini rosati. Predominante è anche un certo tipo di rosa, il rosa pallido che caratterizza la maggior parte dei vini rosati francesi.

I 6 vini che Slow Wine ha proposto in degustazione mostrano invece la varietà della palette del rosa, con vini rosati da nord a sud Italia: Valtenesi Chiaretto (approfondisci qui), Chiaretto d Bardolino (approfondisci), Rosato toscano, Rosato dell’Etna, Salice Salentino (approfondisci) e Cerasuolo d’Abruzzo (approfondisci qui). Difatti Gariglio parla di “biodiversità di colori” dei vini rosati italiani, sottolineandone le diversità dipendenti dai molteplici territori di provenienza.

migliori vini rosati Italia

Dietro alla scelta di Slow Wine di correggere l’ineguatezza insita nell’espressione “vino rosato”, c’è una riflessione sull’uso prettamente linguistico e semantico, riportata nell’Introduzione alla Guida (p. 9).
Quando si parla di colori ci si collega a una lunga tradizione, che riguarda principalmente fisici e filosofi. Il primo grande studioso da nominare a riguardo credo sia senz’altro J.W. Goethe, che ha scritto Zur Farbenlehre (La teoria dei colori, 1840). Questa opera, in cui Goethe critica l’approccio del fisico Newton, ha grandemente influenzato i postumi (artisti, scienziati e filosofi come Wittgenstein o Rudolf Steiner).

I colori stimolano alla filosofia. Forse questo spiega la passione di Goethe per la teoria dei colori. I colori sembrano darci da risolvere un enigma, un enigma che ci stimola – senza inquietare.
(L. Wittgenstein, “Pensieri diversi”, p. 124)

A complicare la situazione c’è la mancanza di una precisa legislazione che stabilisca come chiamare in etichetta questa tipologia di vino. Ad esempio la legislazione europea fa solamente una mera distinzione solo tra vino bianco e vino non bianco. Nella seconda categoria, o meglio nel calderone, ci sono anche i vini rosati e i vini orange.

La biodiversità dei vitigni

In Francia i vini rosati sono fatti principalmente con uve Grenache Noir, Cinsaut, Cabernet Sauvignon e Syrah. In Italia invece abbiamo “un pozzo di vitigni, di biodiversità dei vitigni che vengono trasformati per fare (anche) i vini rosati”, dice Gariglio.

Un buon esempio di questa molteplicità si è avuto nei 6 vini assaggiati durante la presentazione, provenienti da 6 regioni italiane. Ecco i vitigni predominanti: il Groppello nel Valtenesi Chiaretto, uve Corvina e Corvinone nel Chiaretto di Bardolino, il Sangiovese nel Rosato toscano, il Nerello Mascalese nel rosato dell’Etna, il Negroamaro nel Salice Salentino e il Montepulciano d’Abruzzo nel Cerasuolo d’Abruzzo.

migliori vini rosa

La molteplicità dei territori di produzione

Per approfondire il terzo punto sono stati invitati a parlare alla presentazione della Guida i 4 territori con una forte tradizione nella produzione dei rosati, rappresentati dai rispettivi consorzi storici: Consorzio Valtènesi (in Lombardia, con zona di produzione sulla sponda occidentale del Lago di Garda), Consorzio di Tutela Chiaretto e Bardolino (in Veneto, con zona di produzione sulla sponda orientale del Lago di Garda), Consorzio vini DOP Salice salentino, Consorzio di tutela Vini d’Abruzzo.

La Puglia è ancora la regione di riferimento per chi cerca vini rosati in Italia. Ciò sembra confermato anche da un’analisi simile a quella precedente: una delle ricerche più frequenti che le persone fanno su Google è “migliori vini rosati pugliesi”.

Quando la prossima volta scegli un vino, anzitutto prova a bere un rosato e orientati scegliendo uno dei territori suddetti!

 

Approfondimenti

  • I migliori 100 vini rosa d’Italia, Slow Food Editore 2020.
  • Goethe, J.W., La teoria dei colori, Il Saggiatore 1980.
  • Wittgenstein, L., Osservazioni sui colori, introduzione di Aldo G. Gargani, Einaudi, 1981.
  • Wittgenstein, L., Pensieri diversi, Adelphi, 1980.

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