• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

The Black Fig Food

  • Home
    • Perché The Black Fig?
  • Ricette
    • Cucina toscana
    • Primi piatti
    • Minestre e zuppe
    • Secondi piatti
    • Insalate
    • Torte salate
    • Cioccolato e cacao
    • Dessert a 360°
  • Territorio in ricette
    • Mangiare toscano
    • Consigli in cucina
    • Fuori porta
  • Gusto Vino
    • Altri articoli sul vino
  • Libri e film
    • Enogastronomia in libri
    • Film su cibo e vino
  • Cosa posso fare per te
  • Newsletter

Il racconto dei pettini fritti

13/07/2020 Da Francesca Lascia un commento!

Il racconto dei pettini fritti, la pesca e un inno alla Corsica.

pesce pettine

Appena riaperte le frontiere, io, nipote e genitori/nonni siamo partiti per la Corsica. Forse la conosco meglio della Toscana, di certo l’ho girata più sistematicamente, dai monti alle coste. Negli ultimi 30 anni è cambiata molto, ma non abbastanza da allontanarmene. Si è affollata, ma conservando angoli autentici per solitari. Basta cercare.

Il turismo di massa è arrivato, anche con l’apertura dei voli economici per Bastia, e negli ultimi 10 anni i campi selvaggi sono stati trasformati in buona parte in vigne.

La lingua corsa si sente parlare sempre meno, sta scomparendo con la morte degli anziani. Eppure io, che non so il francese, raramente ho difficoltà a farmi capire in italiano. Il modo di fare delle persone è rustico, ma sono toscana e non è poi così diverso da quello di pisani, livornesi o garfagnini.

spiaggia corsa

Inno alla Corsica

Sono innamorata, è un’isola che che offre tutto: dalle montagne altissime (il monte Cintu, il più alto, è 2706 m.) alle spiagge e agli scogli più vari (sabbia bianca e fine, sabbia grossolana, sassi bianchi, scogli di granito rosa ecc.), dai boschi (che mi ricordano l’Appennino Tosco-Emiliano) con ruscelli freddi e tersi al deserto di polvere e macchia mediterranea (il deserto dell’Agriate). Ci sono borghi fermi nel tempo, incui l’attività più interessante è ascoltare i vecchi corsi (che ancora parlano corso) nel bar del paese o osservare le signore affacciate alle finestre.

La cucina tradizionale corsa è cucina di montagna e di pascoli: formaggi freschi e stagionati, la farina di castagne e il cinghiale in umido con le prugne; i mieli e i fagotti di erbe; la zuppa con pasta, fagioli e cotenne, il Brocciu (la tipica ricotta corsa di pecora e/o capra, nel fiadone o nelle frittelle), la polenta di castagne che ormai non si mangia più perché sono (e siamo) diventati benestanti, le frittelle.

Il vino? Non ho studiato la storia del vino corso, ma da quel che osservo da anni i vini rosati sono conosciuti come il fiore all’occhiello della viticoltura corsa. La Corsica ha 9 AOC e la zona più conosciuta è quella di Patrimonio, vicino Bastia. I vitigni più importanti, con chiare radici toscane, sono tre: il Nielluccio (Sangiovese), lo Sciaccarellu (imparentato col Mammolo) e il Vermentinu.
Con una breve ricerca su internet ho visto che ci sono un paio di aziende di “vino naturale“, nella zona di Patrimonio, che ancora non ho potuto visitare.

Il pesce, se lo si vuole, si mangia sulla costa, nei tanti ristoranti più o meno turistici. Se si ha fortuna o ci s’informa bene, si mangia anche pesce buono. Oppure si pesca.

mare

Mi hanno raccontato un po’ della storia socio-economica dell’isola. Una volta si abitava sui monti o in collina, perché le coste erano paludi ed erano pericolose, soggette a scorribande e tempeste. Quando quando morivano i genitori, l’eredità era chiara: i pascoli andavano ai figli, mentre le terre costiere, che valevano poco, alle figlie. Allorché è iniziato il turismo le terre costiere, come ci si può immaginare, sono diventate quelle di maggior valore economico. Le donne erano le ricche, gli uomini con i loro pascoli lottavano di più per campare. Per questo la cultura corsa si è sviluppata sui monti e così la sua cucina tradizionale.

Il pesce pettine

I pesci pettini o sùrici (così chiamati in Calabria) sono divertenti da pescare, perché sono voraci e “tirano” tanto quando abboccano. Sono proprio belli, ricordano i pesci tropicali, hanno dei colori magnifici e le loro striature richiamano appunto i  denti di un pettine.

In Italia non sono molto diffusi, se non localmente e soprattutto in Calabria e un poco in Sicilia, dove sono considerati pesci pregiatissimi. Sono diffusi in tutto il mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico.

Vivono su fondali sabbiosi e vicino alle acque dolci, ad esempio in vicinanza dello sbocco di un fiume. Si trovano sui 10-12 m. di profondità e  si raggruppano dove ci sono le scalumate, ovvero le variazioni di fondale.

esca

A pesca di pettini

Sin da piccola mio padre ci ha insegnato “a fare i beci” (vermi in toscano, in questo caso vescicole o renelle) e ci ha portato a pesca. Più spesso su piccoli gommoni, talvolta su una barchetta, con canne a mulinello, si andava a pescare i pettini. Un bel gioco e un’attività molto educativa, secondo me. Il babbo mi mostrava come inserire il verme nell’amo, dopodiché dovevo farlo da sola. Finché c’erano i beci, ce la potevo fare. Ma avevo schifo e paura dei cosiddetti vermi “coreani”. In fondo era colpa di mio padre, che mi diceva che davano i morsi.

Ebbene a 41 anni, dopo una ventina di anni, sono rimontata con un gommoncino e ho preso in mano una canna da pesca, così antica che era la stessa che mi dava da piccola. Il pomeriggio prima, durante la mia passeggiata sulla lunga spiaggia deserta, avevo fatto molti beci ed ero già felice come una bambina per averli trovati.

beci

Si parte verso le 17 e ci si ferma a ca. 800 metri dalla costa, bellissima da guardare a distanza. Innesco, calo un po’ goffamente e tiro subito su: aveva già abboccato! Quasi ci sono rimasta male, era stato troppo facile ma significava che eravamo nel punto giusto. Caliamo e tiriamo su a un ritmo costante, i pettini sono voraci: alla fine sono 47!

Ci siamo spostati 4-5 volte col gommone, per tornare nel punto giusto, col fondale (sabbioso) adatto. Ho provato anche la grande soddisfazione di riuscire a slamare i pesci, grintosi e mordaci con quei dentoni rosa. La maggior parte dei pettini erano piccole femmine, ma ogni tanto ha abboccato anche qualche “verdone”, il pettine maschio, credo, più grosso e panciuto.

La gioia rara di sentirmi felice come quand’ero bambina, con quell’entusiasmo senza ombre, senza pensieri, concentrata sulla bellezza del momento e dell’esperienza che stavo vivendo, insieme a mio padre: un tempo prezioso, da custodire nel cuore, quel paio d’ore in mare con lui. Lo stesso vale per gli ultimi 4 mesi trascorsi a Pisa a vivere con i miei e a vedere, giorno dopo giorno, crescere la mia nipotina; un regalo inaspettato di tempo imprevisto, nonostante le preoccupazioni lavorative e l’assenza di libertà di movimento.

I pettini fritti e una pasta alla matalotta

Anzitutto andavano sbuzzati 47 pesci, cosa di cui si è occupato mio padre la mattina dopo, in riva al mare, mentre io lavoravo. La sera il menù prevedeva pettini fritti! Si infarinano e si friggono in olio bollente. La pelle diventa croccante, arancione e saporita. La carne di questi pesci si separa facilmente dalla spina dorsale, senza fastidiose lische. In 4 ce ne siamo mangiati di gusto più di 35.

pettini fritti

Con quelli rimasti mio padre ci ha deliziato il giorno dopo con la pasta alla matalotta, di origine siracusana. Si soffriggono capperi non dissalati e pomodorini, poi si rosolano i pesci in una teglia (tipo da lasagna) con poco olio. Si aggiunge un bicchiere di vino bianco, poi riempi la teglia di acqua fino a superare i pesci di 1 cm e lasci cuocere per altri 10 minuti. Poi togli i pesci, levi pelle e lische e spezzetti grossolanamente la carne. Nell’acqua rimasta, al sapore di mare, cuoci gli spaghetti e 10 minuti prima ci riaggiungi i pesci. Infine aggiungi prezzemolo tritato e un filo di olio crudo. Godi.

Assegnato a:Altro, Pesce

Sul vino.: leggi gli ultimi articoli

vini rosati italia slow wine

I vini rosati in Italia

cosa beveva hegel vino

Cosa beveva Hegel? Articolo semiserio sulle bevute hegeliane

enologia a basso impatto

Cos’è l’enologia a basso impatto?

vino e pizza gourmet

L’abbinamento cibo-vino e il sommelier

Previous Post: « Bibita di limone e zenzero per l’estate
Next Post: I vini rosati in Italia »

Reader Interactions

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Rating della ricetta




Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Primary Sidebar

  • Italiano

Assaggio, bevo, cucino, fotografo, scrivo su The Black Fig. Ah viaggio pure, sennò non soddisfo la mia curiosità. Chi sono…

Clicca e scarica

ricette toscane pdf

Seguimi qui

  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Pinterest

Scopri i prodotti tipici toscani

marchi gastronomia igp dop

Parliamo di vino

articoli sul vino fantoni

Libri su cibo e vino

enogastronomia in libri

Cinema su cibo e vino

film su cibo e vino
Web Hosting




LAVORIAMO INSIEME!

comunicazione food and wine

Search

Dolce e Salato:

torta cacao con olio extravergine

Torta al cacao ed extravergine con sciroppo di miele al marsala e frutta secca

tortini speziati olio cioccolato

Tortini speziati di noci e datteri all’olio e l’estratto di cannella

ricetta sorbetto lavanda e menta

Sorbetto alla lavanda e menta

ricetta per Vellutata di carote alle nocciole tostate

Vellutata di carote alle nocciole tostate

Zuppa di patate, funghi e zafferano in crosta

Zuppa di patate, funghi e zafferano in crosta

insalata croccante noci

Insalata croccante di carote, cipolla rossa e noci profumata alla menta

I miei podcast su BRG Radio

  • Puntata 1: La schiaccia briaca
  • Puntata 2: Racconti da Vinnatur, la fiera dei vini naturali
  • Puntata 3: Anthony Bourdain
  • Puntata 4: La torta co’ bischeri
  • Puntata 5: Quattro ingredienti toscani da recuperare
  • Puntata 6: Racconti da Cheese 2019
  • Puntata 7: Slow Wine 2020
  • Puntata 8: Ingredienti d’autunno
  • Puntata 9: Midnight Diner – Tokyo stories

Click!


TheBlackFig's Photos on foodgawker

Quale ingrediente vuoi usare?

autunno besciamella cacao cachi cake design carote cavolo nero cereali cioccolato cocco con i formaggi erbe aromatiche estate farina gialla farro fichi frutta di stagione inverno legumi melanzane menta miele mirtilli molluschi nocciole noci pane pepe rosa pomodori prodotti IGP e DOP prodotti tipici ricette con albumi riso semolino senza glutine spezie tè vegetariane vino zucca

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Footer

Camino, Lilo che russa e catarratto rifermentato i Camino, Lilo che russa e catarratto rifermentato in bottiglia. 
#momentibelli
Al museo dell'olio della Sabina, a Castelnuovo di Al museo dell'olio della Sabina, a Castelnuovo di Farfa. Si parte dalla macina del '700, si giunge in un'autentico spazio del frantoio e si conclude con un giro in questo delizioso borgo, all'antico forno del paese.
Oggi i frantoi sono quasi tutti in acciaio e seguono fasi di lavorazione più precise e settorializzate.  Eppure che fascino vedere come l'olio che mangio tutti i giorni sia stato prodotto per interi secoli!  #olioevo
L'effetto neuro-gusto-olfattivo del Negroni che mi L'effetto neuro-gusto-olfattivo del Negroni che mi mancava tanto. 
#negroni
Limoncello homemade. Lo specialista di limonceo, m Limoncello homemade. Lo specialista di limonceo, mandarinello e mirto è mio padre. Lo tiene in macerazione al buio, nell'armadio dei vestiti. 😅
#limoncello
Uno dei vini bevuti durante le feste è stato il f Uno dei vini bevuti durante le feste è stato il fiano (vitigno campano) de L'Archetipo, una delle aziende italiane più conosciute da chi beve volentieri vino naturale.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
I pranzi festivi sono stati soprattutto a base di piatti di pesce: lo stoccafisso con le patate, i calamari ripieni, gli gnocchi fatti in casa con code di gambero. Giusto per ricordarci della tradizione, abbiamo cotto anche delle squisite lenticchie della Sabina.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
#vinonaturale ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
#vinonatural #vinoartigianale #naturalwines #naturalwinelover #naturwein #artisanwine #winelover #winetasting #wineporn #fiano #vinoitaliano #italianwine #biowein #organicwine
Rilancio una ricetta utilissima in questi giorni, Rilancio una ricetta utilissima in questi giorni, quando i panettoni sono troppi e si gradirebbe un modo alternativo di gustarseli. Ad esempio col panettone ci si può fare un budino.😎Clicca il link nella bio per la ricetta >>@theblackfig⁣
#cucinaitaliana⁣
#theblackfig #italiancuisine #foodpics #foodie #authenticrecipe #browsingitaly #ricettadelgiorno #ricette italiane #ricetteveloci #cucinaitaliana #toscanagram #cibo #cucinarechepassione #cucinando #italienischeküche #rezepte #italienischkochen #lecker #enogastronomia #panettone #budino #foodblogger #cucinadelriuso #
Conosci la roveja? Oggi ci abbiamo fatto la zuppa. Conosci la roveja? Oggi ci abbiamo fatto la zuppa. È un legume antico, dell'Umbria, coltivato anche nelle campagne limitrofe. Io infatti l'ho scoperto a Rieti.🧐
È molto bello, con colori variegati. Da secco assomiglia ai grani di pepe. Da cotto, per aspetto e consistenza, è una via di mezzo tra piselli e lenticchie.
Botanicamente sembra un parente antico del diffuso pisello.
#legumi
Follow TBF on Instagram
LOGO FOOTER
PRIVACY POLICY · NOTE SUL BLOG
CONTATTAMI QUI

Certificazione

certificazione google
  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Pinterest
  • RSS

ULTIMI ARTICOLI

Muffin al tè matcha
consigli per fare i lcaramello
come tostare frutta secca a casa
torta bicolore al cacao

Copyright © 2021 The Black Fig. All texts and images. All right reserved.

No part of this website may be reproduced without prior consent. If you wish to share a recipe, please re-write the recipe in your own words and credit The Black Fig with a clearly written URL link to the original post.