Non è stato il primo soggiorno in Umbria, ma sono passati tanti anni e il motivo del viaggio questa volta è stato proprio un altro: la scoperta del vino umbro (che tanti anni fa non avrei potuto bere :-))! Ho viaggiato con l’AIS: i miei compagni di viaggio non erano dunque affatto degli sprovveduti…
Anzi, mi trovavo con persone che a volte mettono un po’ di soggezione: perché sentire parlare – e provare a parlare – di vino è una cosa affascinante, è partecipare ad un mondo un po’ misterioso, da esplorare con un piacevole e faticoso allenamento.
Sono stata a visitare due cantine: l’una, contemporanea, nuova, l’altra, antica, medievale. La Tenuta Castelbuono ha una sede molto particolare, il Carapace (tartaruga) di Arnaldo Pomodoro, una location suggestiva che già da sola merita una visita. Qui si tengono le degustazioni, è possibile acquistare i vini e, sotto terra, affinano i vini. La tartaruga è inglobata nel profilo delle colline umbre che la circondano, tappezzate di vigneti e paesetti.
Vedete che esternamente il Carapace è ricoperto di rame, il cui colore caratteristico è mantenuto anche all’interno. Dentro è accostato al rosso vivace delle linee sinuose della cucina (apparentemente invisibile, ma c’è!) e del tavolo, che s’interrompe in un’inaspettata scala a chiocciola, che conduce sotto terra, al vino che si arricchisce nel legno.
L’altra azienda si trova nel castello medievale di Magione, che appartiene a un’istituzione altrettanto medievale, quella dei cavalieri di Malta, che si sono pure messi a fare il vino (e non solo in Umbria!).
Anche qui la location vale la pena di essere visitata: deliziosa la piccola cappella romanica con affreschi rinascimentali, mentre il vecchio pozzo nel cortile ti porta indietro nei secoli, a cui rimandano anche le antiche sale con armature, armi arrugginite e modelli di storiche navi da guerra.
Mi correggo: quando dico “antica” mi riferisco alla location e soprattutto alla barricaia (quei luoghi dove il vino affina in legno, che profumano di vino e di storia – più o meno recente), perché le cantine dove viene fatto il vino sono pulite, luminose e con macchinari splendenti di ultima generazione!
Ma veniamo ai protagonisti, i vini. I vini umbri più importanti sono Grechetto (bianco), Rosso di Montefalco e Sagrantino, che ho assaggiato non solo presso le due aziende, ma anche a cena, la sera, in un piccolo ristorante di Bevagna. Vi racconto di quello che ho preferito: il Sagrantino.
Il Sagrantino, il vino rosso dell’Umbria
C’è a chi piace e a chi no, ed il motivo sono i suoi tannini, quelle sostanze (fondamentali) nei vini rossi che possono essere più o meno marcati e che si avvertono quando il vino tende ad asciugarci la bocca e soprattutto le gengive. Non so se avete mai mangiato un carciofo crudo, ad esempio in insalata: la sensazione che vi lascia al palato il carciofo crudo è molto simile a quella che provoca il tannino deciso di un vino rosso.
Da toscana, al tannino (del Sangiovese) ci sono abituata, ma il Sagrantino è uno dei vini rossi italiani con i tannini più dirompenti, in cui la sensazione del carciofo al palato è più forte, eppure…. Se il vino è fatto bene, è un piacere berlo, mangiandoci magari un bel piatto di selvaggina in umido.
Pensate che il Sagrantino è iniziato come un vino passito: così si cercava di smorzare la sua potenza tannica. Con i progressi dell’enologia oggi si può ottenere un vino rosso di grande qualità e con un’ottima struttura, i cui tannini vengono educati con un lavoro un po’ da scultore, che riesce a smussare gli spigoli, a rendere più sinuoso il profilo organolettico di questo vino. Ho assaggiato il Sagrantino passito la sera al momento del dessert, accompagnato da questi curiosi biscottini che ci stavano benissimo, poco dolci, con anice ed uvetta.
Sono stata qualche ora a Perugia e ovviamente non potevo non andare a dare un’occhiata ai negozi di cioccolata, come già ho fatto girovagando per le cioccolaterie di Torino. Sono stata alla Perugina e al negozio dell’Eurochocolate: una delusione! Quest’ultimo pieno di gadget per turisti (qui bisogna essere davvero poco interessati alla cioccolata), mentre dal negozio Perugina mi aspettavo un luogo più accogliente e curato che esprimesse la storia che lega questa azienda a questo luogo.
Invece così, tanto vale andare al supermercato. Per la cioccolata vale la pena andare in altre botteghe che si trovano sul corso, meno sponsorizzate ma incentrate davvero sulla cioccolata.
Mi sono addentrata nelle vie laterali, forse le più belle della città, quelle anguste e tortuose, spesso con lunghe scalinate e vecchie case alte e strette che ricordano (perché molte lo erano!) le casetorri medievali.
Perugia è una una città davvero bella, dove è possibile fare un viaggio nel tempo, a partire dagli etruschi. In piazza 4 Novembre, lateralmente al duomo di San Lorenzo, c’è la fontana Maggiore di Nicola e Giovanni Pisano e, dirimpetto, il bellissimo palazzo dei Priori, il grandioso palazzo politico della Perugia medievale, quando la città era un Comune.
vini bianchi Abruzzo
Senza alcun dubbio, questa è un'ottima idea. I turisti possono godere delle migliori cantine!
Ale
ciao francesca, per il mio contest puoi partecipare con le ricette che vuoi. l'importante è che siano straniere, pubblicate dal 16 marzo in poi, che non partecipino ad altri contest contemporaneamente e importante, specificare il legame che hai con la ricetta stessa( come l'hai conosciuta, se legata a ricordi di famiglia, viaggio ecc.) ti aspetto allora!