Le cioccolaterie di Torino e altre specialità piemontesi assaggiate in un weekend torinese
Sono stata qualche weekend fa a trovare una mia amica a Torino e non potevo non visitare almeno alcune delle storiche cioccolaterie di Torino, portando tutti con me. Chi non ama cioccolato e cacao? Voglio dire, gli altri non è che abbiano fatto storie… l’idea ha riscosso subito consensi. Avrei voluto visitare non solo il negozio, ma anche almeno un laboratorio, ma purtroppo il sabato sono chiusi. Un bel weekend all’insegna dell’enogastronomia e dell’arte (Reggia di Venaria e museo Egizio)!
In giro per cioccolaterie significa non solo guardare con occhi vogliosi le creazioni dei maestri cioccolatieri – ciò che posso condividere con voi grazie alle foto – ma è anche entrare in uno spazio in cui l’aria profuma di cioccolato e purtroppo il registratore di odori non è ancora stato inventato…
Nelle cioccolaterie di Torino: gianduia e gianduiotti
Tra poche settimane è Pasqua, quindi in ogni negozio si sistemavano le uova, semplici e fantasiose, farcite, grandi, piccole ed enormi. Cioccolato e nocciole (IGP delle Langhe): questa combinazione si trova in moltissime lavorazioni e prodotti, dalla crema spalmabile, ai cremini e gianduiotti (in versione classica e giganti!), torte, dessert composti ecc. Il gianduia è il protagonista, un tipo di cioccolato molto tenero perché ricco di burro di cacao.
La prima cioccolateria è stata quella di Guido Gobino: cremini in vari gusti (anche al sale…), crema al gianduia e praline ripiene, gianduiotti ecc. Entrare in una cioccolateria artigianale qui è come andare – per citare la mia amica – in gioielleria.
Si rimane abbagliati e inebriati dalla varietà di cioccolato offerto e, se si cede troppo alla tentazione, si esce con un buco nella carta di credito. Io ho ceduto… ma solo un pochino. Quei cioccolatini in due colori che vedete sono ripieni di due celebri vini aromatizzati italiani: i rossi di Campari (Lombardia), i dorati di Vermut (Piemonte).
Ogni cioccolatiere sembra avere almeno due versioni del gianduiotto: quello classico e quello “reinventato” da lui, secondo una propria ricetta. Quel che cambia immagino possano essere la proporzione tra cioccolato e nocciole, la quantità ed il tipo di zucchero aggiunti.
La seconda visita è stata legata alla merenda… (furba eh?), visto che si tratta di una cioccolateria-pasticceria, la Gertosio. La loro specialità è il caffè sabaudo, una coppa con le pareti di crema alla gianduia, in cui viene versato del caffè appena fatto, guarnito con abbondante panna e – non mancano mai – nocciole tostate e tritate. Non aggiungo altro, guardate e basta.
Ecco il bottino dalla pasticceria Gertosio: anzitutto la torta sabauda, senza farina e a base di gianduia. Ho pensato che il quadrato di 23×23 cm fosse più che sufficiente anche per 4 persone… A destra invece ci sono le palle di Pietro Micca (…), dedicate all’eroe torinese e constano di due meringhe alle nocciole unite da cioccolato gianduia.
Infine la cioccolateria Giordano, che ha conservato tutto lo charme della bottega artigiana di dolciumi, piena di specchi, barattoli e naturalmente cioccolata in tutte le forme.
A casa ho portato dei cioccolatini 100% massa di cacao e una loro versione dei gianduiotti, confezionati a mano e con nocciole a pezzettini.
Il mio bottino di gianduia è adesso in Toscana, custodito al fresco (perché si scioglie molto facilmente, basta un raggio di sole) e verrà gustato e donato (che credete!).
Cena piemontese
Del mio weekend torinese è rimasto un ottimo ricordo anche della cena in un wine bar in centro, “L’Acino“: ottimo il cibo, una carta dei vini molto ampia ed il personale era pure molto simpatico.
Antipasti squisiti, ad esempio questo flan al Castelmagno (formaggio DOP piemontese) con miele e marmellata di fichi era eccellente. Ho assaggiato pure il tonno di coniglio (ebbene sì, il nome è tutto un programma) e una robiolina fresca con miele e lardo. Il tutto abbinato ad una buona Barbera d’Alba.
Per dessert invece ecco le pere cotte al Barolo chinato (altro vino aromatizzato piemontese), accompagnate da un vino passito DOCG che difficilmente si trova in Toscana, l’Erbaluce di Caluso.
Il Mercato contadino
Non è finita qui. La domenica mattina gongolando per via Garibaldi che vedono i miei occhi curiosi? Tende gialli, banchini… il mercato della Coldiretti!
Una meraviglia: mieli di tantissimi tipi, banchi con salsicce e prosciutti, banchi con 5-6 tipi di mele diverse (che chi compra solo al supermercato difficilmente conosce) e, top del top, 2 grandi banchi di formaggi, dalla ricotta alla robiola, passando per tome piemontesi più o meno stagionate al Blu della Novalesa (un formaggio erborinato) fino a finire col Brüs.
Io ero un po’ circospetta, ma chi era con me ha voluto prendere un po’ di questo “formaggio” spalmabile contenuto in un’enorme ciotola. Che ha di particolare? Non è in senso proprio un formaggio perché fatto con gli avanzi dei formaggi o con la ricotta, che sono messi a fermentare e a cui poi viene aggiunta grappa (o simili). Si mangia con cibi neutri tipo pane e polenta: ha un gusto talmente forte che taglia la lingua nonché anestetizza il palato per qualche minuto. Fa un baffo al roquefort o allo stilton!
Prima di riprendere l’autostrada ho fatto un salto al supermercato dei buongustai, l’Eataly, ma di questo non vi parlerò adesso!
Erica Di Paolo
Torino è magica, sotto più punti di vista ^_^
Francesca
Ciao e grazie! Si, magari, così poi seguo le tue orme quando capito nella capitale…
Cristiana Valeria
complimenti per l'articolo…quì a Roma ne sono rimaste veramente poche, anzi mi hai fatto venir la curiosità: uno di questi giorni vado a vedere se quelle poche ci sono ancora…cri
Francesca
Ciao Sara, e queste sono solo alcune cioccolaterie… 😉 Buon weekend!
Sara Di Carlo
Wow… che meraviglia 🙂
Prima o poi dovrò far un tour cioccolatoso a Torino 🙂