Se fossi nata qualche milione di anni fa credo che sarei stata un’agile e accorta parte del mio gruppo sociale, accettata e stimata dalla mia ristretta società. Insieme alle altre donne Neanderthal sarei andata per i boschi a raccogliere i frutti commestibili, con l’occhio attento per ogni bacca, e ne avrei raccolte molte per il mio gruppo. Sono anni che porto con me (più o meno) volenterosi accompagnatori per i boschi o su sentieri a raccogliere, soprattutto, frutti di bosco: lamponi, mirtilli, fragoline. Mi rilassa e mi dà molta soddisfazione.
L’anno scorso ho ricevuto un regalo che mi ha fatto molto piacere e di cui avevo bisogno, che adesso posso sfoggiare ed essere riconosciuta per quel che sono – un’appassionata raccoglitrice: un cestino completo di telo mimetico con cerniera (per proteggere la raccolta, lo vedete qui), degno, volendo, anche di un serio “fungaiolo”. Addio busta di plastica! Inoltre un tale cestino indica che faccio sul serio e che, come minimo, ho l’intenzione di portare a casa frutti di bosco per fare come minimo una ricca crostata di frutta.
Vero è che questa volta non sono dovuta andare molto lontano, visto che gli alberi di gelso nero sono a 50 metri da casa mia. Vero, pure, che abito in campagna, in un paese dove decenni fa, testimonia la nonna, c’erano fabbriche tessili che producevano la seta: da qui gli alberi di gelso, delle cui foglie i bachi da seta vanno ghiotti, piuttosto frequenti tra queste vie di campagna.
Fino a pochi anni fa abitavo in città e di gelsi ne avevo sentito parlare solo da mia madre, siciliana, la quale ogni tanto ricorda con occhi sognanti le granite siciliane di gelsi neri o bianchi che mangiava da bambina in Sicilia.
L’anno scorso con la mia raccolta preparai una semplice crostata di frutta e una torta al formaggio. Quest’anno invece ne ho raccolto un 1/2 chilo e ci ho preparato la confettura. La sera, con quella avanzata dal vasetto, mi sono preparata un dolcino che più semplice non si può: coppetta, ricotta fresca (ma a piacere anche: formaggio fresco, yogurt), confettura di gelsi. Il tutto è stato così piacevole e squisito che è degno di essere riproposto qui.
L’anice stellato è un’altra storia. Non avevo più vasetti da conserva, allora ho preso quello dove conservavo l’anice stellato e, dopo una veloce sciacquata, l’ho riempito di confettura. Non credevo al palato quando poi ho mangiato i gelsi in confettura, che avevano assorbito un piacevolissimo aroma di anice stellato. Il caso in cucina, spesso, aiuta. Basta pensare a esempi più illustri quali la tarte tatin, il gorgonzola o la crema ganache.
Confettura di gelso all'anice stellato con ricotta
Ingredienti
- 500 g gelsi neri sciacquati (a piacere togliere il piccolo gambo)
- 220 g zucchero semolato
- 1 anice stellato
Preparazione
- In una pentola dal fondo spesso, mettere i gelsi neri, aggiungervi lo zucchero, mescolare e lasciare cuocere per ca. 40 minuti, girando ogni tanto, a fuoco basso.
- minuti prima di spegnere la confettura di gelsi, aggiungere l'anice stellato.
- A cottura ultimata, riempire con la confettura un barattolo da conserva, chiuderlo e metterlo a testa in giù.
- Se si preferisce, per sicurezza, si può bollire il barattolo per ca. 30 minuti.