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Bellezze d’autunno. La val d’Orcia e la cantina Capitoni

28/10/2014 Da Francesca

muro in val d'orcia

C’è un po’ d’autunno in questo post d’Ottobre, sia nelle luci che nei sapori della val d’Orcia, di cui potete vedere nelle foto le colline ed i filari delle viti in autunno, i formaggi ed alcuni vini. So che è un po’ che non trovo l’occasione piacevole di fare e raccontare un breve viaggio in Toscana alla scoperta di vini e altre amenità enogastronomiche. Quest’anno di vacanze non se ne sono viste, lo stress quasi sfiora il bordo del bicchiere: c’è bisogno di un distacco fisico e mentale, seppure di brevissima durata. In Toscana è difficile partire e non ritrovarsi in luoghi magnifici, anche se è solo tra un sabato pomeriggio e una domenica.

Siccome l’occasione non va sprecata (vista la zona, percorsa dalla strada del vino Orcia) per scoprire una buona cantina, il tempo di posare la valigia e sono andata a visitare la cantina Capitoni. Una piccola azienda della val d’Orcia, che produce solo due vini della giovane DOC Orcia (anno 2000): ma che vini! Il primo vino “Capitoni”, un blend di Sangiovese (80%) e Merlot (20%), molto  piacevole: il merlot ha fatto il suo lavoro aggiungendo un poco di morbidezza al sangiovese più aggressivo coi suoi tannini, ma senza esagerare. I mesi di affinamento in barrique e in bottiglia (12+12) hanno fatto il resto, affinando i tannini e donando al vino la sua morbidezza ed equilibrio, mantenendone una certa austerità.

cantina capitoni
visita alla cantina capitoni

Il secondo vino “Frasi” già col nome evoca in me certe aspettative di pensieri (e sapori?) profondi. E’ un vino dal vigneto più vecchio, degli anni ’70, un sangiovese all’80% con aggiunta di altri vitigni rossi tipicamente toscani, canaiolo e colorino. Un vino equilibrato, in cui la rugosità percepibile dei tannini del sangiovese sono rifiniti come si deve. Niente barrique però, ma affinamento in botte grande per 24 mesi: anche per questo l’ho preferito all’altro.

E’ il vignaiolo, il sig. Capitoni, che mi ha colpito già al telefono per la sua gentilezza e premura, il fautore e poeta-filosofo del vino “Frasi”. Lui ogni hanno pensa una frase per quella vendemmia e la riporta in etichetta. Lui era – come ogni vignaiolo che si rispetti – tra i campi. E’ sua moglie Antonella che ci accoglie in cantina. Tra le mura della cantina (una vecchia stalla completamente ristrutturata), la luce soffusa e le botti, la signora Antonella inizia con calma ad avvinare i bicchieri. Per me quasi un rito, rilassante e confortante, preludio di piacere.

Durante la degustazione, la sig.ra Capitoni ci ha parlato di questa azienda piuttosto giovane e del pensiero che sta dietro alla produzione di un vino di qualità e ricco di passione quale il “Frasi”. Semplice: se l’uva non è maturata bene, il vino non si fa. Come quest’anno, in cui le piogge e quindi l’eccessiva umidità, unite ad un sole raro, non hanno portato alle condizioni ottimali per produrre questo vino. Una degustazione da ricordare, sia per i vini assaggiati, che per i racconti ascoltati, l’accoglienza e le persone conosciute.

Dopo una breve visita a Pienza, dove non potevo privarmi di due pezzi di pecorino per questa settimana, mi sono goduta la cena in un buon ristorante della zona (“Conte Matto”), dove sono sicura di gustare i pici al ragù fatti in casa insieme a molti (molti!) altri piatti toscani di questa zona.

pecorini a pienza

Durante la cena ho fatto il Cicerone enogastronomico ad Amalie, una ragazza danese con cui abbiamo visitato la val d’Orcia, insieme ad un caro, vecchio amico di scuola. Spero di averle saputo comunicare (insieme al cuoco e alla cantina, ovviamente…) la qualità dei prodotti da mangiare e da bere che si possono trovare in Toscana. A tarda ora sono arrivata, stancata dal vino, dall’intensa giornata e dall’inglese, all’agriturismo, immerso nell’oscurità e con un cielo talmente limpido e ricco di stelle, che solo in quel buio di campagna (o su un’isola) è possibile ammirare.

La domenica è iniziata… come nei miei sogni inizia ogni magnifica giornata: con un paniere da picknic che custodisce la colazione calda. Caffè e latte, tortine fatte dalla nonna, pane fresco, marmellata dell’agriturismo ecc. Visto quest’autunno surreale, abbiamo potuto fare colazione in giardino, guardando le colline che si svegliavano, ancora avvolte dalle strisce di nebbia.

cestino picnick colazione
autunno val d'orcia

Girovagando tra le colline arate della val d’Orcia, mi chiedevo il perché delle meravigliose sfumature che ne sottolineano le sinuosità e che vanno dal beige al marrone scuro (terreni? umidità?), pensandole talvolta come dune, allorché compariva una linea sinuosa tracciata su un fianco, come fa un dito sulla sabbia fine. All’inizio mi dicevo “Guarda che natura meravigliosa!” ma… pensandoci bene, la natura del senese (e non solo), quella delle cartoline che girano il mondo, ha un carattere profondamente umano, per nulla spontaneo, e dunque costruito, dato da secoli di lavoro a mezzadria. E’ ai mezzadri e a questo vecchio sistema economico-sociale che si devono le colline sinuose, i filari di cipressi ed i casolari che spuntano sui loro dorsi o sulle cime, i panorami della cartolina “Toscana”.

Ho visitato Castiglione d’Orcia e Rocca d’Orcia (o di Tentennano). Castiglione mi ha ricordato un altro borgo toscano, ancora più arrampicato su un monte: Marciana all’isola d’Elba. L’ultima meta è stata Montepulciano. Un paesino che adoro, non solo come borgo, per la sua architettura, ma anche per le sue cantine storiche. In cui in un attimo ci si può sentire Indiana Jones che scende nei meandri della terra ed esplora alte grotte sotterranee. E così è stato, visitando le cantine de’ Ricci, dai soffitti arcuati e altissimi, dalle molte rampe di scale da scendere per arrivarci, dalle botti enormi, conservate nel tufo delle grotte. E il naso in cantina? Annusa il fresco e l’odore di roccia, a volte di muffa, di umidità, a volte del legno delle botti.

cantine de ricci
cantina ricci montepulciano

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Commenti

  1. Anonimo

    02/04/2015 at 14:32

    Ho avuto anche io la stessa esperienza con Marco ed Antonella. Semplicita', ospitalita', umanita' e coerenza questi sono i tratti della cantina. Mi hanno fatto rivivere il piacere di bussare ad una cantina e sentirsi a casa, cosa ormai sempre piu rara dove si richiedono prenotaizoni, biglietti e organizzazione in grupponi. Se vi capita fate assolutamente un salto!!

  2. Francesca Fantoni

    29/10/2014 at 13:53

    La mia è stata effettivamente una fuga di cui avevo bisogno. Ma sono fortunata: è piuttosto facile scappare e ritrovarsi in luoghi così belli, in Toscana. Ciao!

  3. Francesca Fantoni

    29/10/2014 at 09:57

    Che bello dev'essere crescere in posti così. Non che mi lamenti del luogo dove sono cresciuta io, è nella stessa, meravigliosa regione! Sono contenta che ti sia piaciuto :-).

  4. panelibrietnuvole

    28/10/2014 at 19:56

    Sono zone vicinissime a quelle in cui sono cresciuta, posti che ho visto tante volte e che trovo bellissimi. i fa piacere vederli apprezzati e valorizzati così…mi hai fatto venir voglia di tornare!!

  5. Francesca P.

    28/10/2014 at 18:52

    Conosco questa zona di Toscana, ci sono stata più volte e sa sempre conquistarmi, per la dolcezza del paesaggio, i colori, il cibo, l'aria serena che respiro volentieri quando scappo dalla città…

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No, non è uno spicchio d'aglio bensì di Aglione No, non è uno spicchio d'aglio bensì di Aglione (Allium ampeloprasum var Holmense), di cui ci sono da sapere alcune cose:
〰️ è un prodotto dell'orto tipico della Val di Chiana, che si estende tra Arezzo, Siena e Perugia;
〰️ non è un vero aglio, perché appartiene a un'altra specie;
〰️ nell'orto la pianta assomiglia a quella di un porro;
〰️ ha un costo molto superiore all'aglio comune (ma ne vale la pena!).
🧄IN CUCINA
〰️ Sono tipici toscani i Pici all'aglione (nella foto successiva il mio sugo improvvisato 😋)
〰️ Sia odore che sapore sono molto più delicati di quelli dell'aglio
〰️ È più digeribile dell'aglio 
〰️ L'ho mangiato crudo, sia in insalata che sulla bruschetta al pomodoro. 
#aglione
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