Il vero autunno che si trova in tante cose, ma anzitutto nei colori della natura: nelle foglie degli alberi, nei colori dei prodotti di stagione, nei tramonti, forse i più belli dell’anno. I colori che riempiono gli occhi sono il giallo, come le pere e le foglie di tanti alberi, l’arancione, come i cachi, i mandarini, le arance, ed il marrone, come le castagne e la terra smossa dei campi. Mentre le foglie degli alberi li hanno tutti, questi colori, e molti di più.
Una domenica d’autunno mi immersi in questa bellissima stagione, inoltrandomi nella Garfagnana. E’ già la terza volta che visito la sagra della castagna di Lupinaia, vicino a Fosciandora. Ci si arriva prendendo una stradina poco dopo Gallicano ed iniziando a salire sul monte.
E’ un piacere tornarci perché ci trovo tanto di quel che mi piace: la buona cucina (eh sì, deve andare per prima), i prodotti del territorio (tra poco ve li dico), una sagra organizzata davvero bene, un paesino tenuto bene, abbarbicato sul monte, con stradine, scale e porte da scoprire, i profumi dell’autunno, su tutti quello delle castagne arrosto. Da Lupinaia si ha anche una vista spettacolare sulla valle del Serchio.
Il vero autunno che si trova nei prodotti del territorio
Lassù a Lupinaia le castagne arrostite non sono caldarroste ma “mondine”, che per me erano le donne che raccoglievano il riso. Il cuore della sagra è il prato subito prima del bosco, dove vengono arrostite le castagne su una fila di fuoco e brace. Con larghe padelle bucate collegate a manici di legno lunghi un paio di metri, gli uomini arrostiscono per ore, al calore della brace, le castagne, tra un panino alla salsiccia e un bicchiere di vino, tra chiacchiere e risate.
Sparsi per i paese ci sono vari banchi, dove si può sia comprare qualcosa da mangiare che acquistare prodotti garfagnini, come il formenton 8 file, tanti tipi di miele, farina di castagne e castagne secche, prosciutti, salami, birra di farro (uno dei prodotti tipici della Garfagnana) e formaggi.
Cosa si mangia? Le tagliatelle di castagne al sugo di carne, pane con salumi e formaggi, crostoni con salsiccia o panino alla porchetta. Il meglio (per me) l’ho lasciato in fondo: i necci tiepidi con la ricotta, squisiti, quelli fatti con la farina “buona”, ovvero farina dolce di castagne, senza aggiunte di zucchero. Ma ci sono anche i bomboloni di farina di castagne e le frittelle.
Qualche abitante di Lupinaia tira fuori dalla cantina vecchi attrezzi di tempi andati, di legno o di ferro arrugginito: falci per i campi, ferri per cavalli e gli strumenti per metterli, un vecchio tavolo per farsi la barba. Quando scende il crepuscolo è il momento che preferisco: i colori della brace e del fuoco, la nebbia che sale, insieme al freddo pungente. Contro di esso si sorseggia un vin brulè scaldato sul fuoco, mentre si mangia una mondina calda davanti al fuoco: il vero autunno si trova (anche) qui.