Che c’è di meglio quando fuori fa freddo? Godetevi una buona zuppa di cicerchie e farro della Garfagnana, calda e invitante.
E’ la settimana del ritorno alla normalità, che per me è soprattutto gastronomica, dopo lauti e ripetuti pasti festivi. Visto che sono stata recidiva, non trattenendomi dall’assaggiare dolci natalizi di tanti (tanti) tipi, primi, secondi e antipasti, il modo che mi è venuto in mente per ristabilire l’equilibrio è preparare una calda zuppa di cicerchie e farro della Garfagnana. La cicerchia, un legume che solo recentemente è tornato in auge ed il farro, un cereale molto famoso della mia zona, in una zuppa ispirata da mia madre. Abito vicino alla Garfagnana, una zona della Toscana ricca di prodotti eccellenti, tra cui il farro (con cui si produce anche la birra), il formenton 8 file, le castagne, il pane di patate, il miele ecc.
Ingrediente n. 1: la cicerchia
La cicerchia, che originariamente proviene dal Medio Oriente, è, insieme a ceci, fave, lenticchie, fagioli di vari tipi e piselli, uno dei legumi che raccontano una buona parte della cucina mediterranea. Tra i legumi è uno dei meno famosi, anche se ormai, per fortuna, è di facile reperibilità e si trova anche nei supermercati. E’ usata soprattutto nelle regioni del centro-sud, come Umbria, Molise, Abruzzo e Marche. Qui la cicerchia (“di Serra de’ Conti”) è anche presidio Slow Food.
La cicerchia, per il suo gusto oltre che per il suo aspetto, assomiglia a ceci e fave. Come i piselli, è racchiusa all’interno di baccelli. Ha un sapore delicatamente dolce, con una bella consistenza e una pelle sottile. E’ ottima se aromatizzata con rosmarino, alloro o timo, utilizzata in zuppe ma anche come contorno che accompagna l’arrosto.
Ingrediente n. 2: il farro della Garfagnana IGP
Last but not least, l’altro ingrediente della mia zuppa è il farro della Garfagnana. Coltivato per secoli, dopo decenni di buio “medievale”, il farro della Garfagnana viene rilanciato dal marchio IGP negli anni ’90, grazie al quale questo cereale trova nuovamente largo uso in cucina e diventa, anche all’estero, un classico della cucina toscana.
Il farro è uno degli alimenti principali della cucina garfagnina, d’origine contadina, accompagnato soprattutto da verdure e arricchito, nei piatti dei giorni festivi, magari da un buon pezzo di carne. Il farro è buono non solo in zuppe, ma anche in insalate fredde d’estate, in torte salate ed anche in dolci, usandolo al posto di pasta o riso. Ed è così che lo mangio sin da piccola, preferendolo all’orzo: soprattutto in zuppe di legumi, interi o passati (come in questa ricetta), ed in insalate estive, come alternativa all’insalata di riso.
Dopo anni in cui facevo nuovi propositi e ne rispolveravo semplicemente vecchissimi, quest’anno ho deciso di iniziarlo senza decisioni macroscopiche e pseudo-definitive, ma solo cercando di inoltrare il più in là possibile quella sensazione di tranquillità e quella forza degli affetti con cui mi sono caricata durante il periodo festivo. Durante quel paio di settimane di bagordi la normalità è stata finalmente messa sottosopra da pranzi e cene infinite, festeggiamenti, bevute, sveglie allungate e notti abbreviate.
Ho giocato a Monopoli, dopo più di vent’anni, fino alle due di notte, senza essere stata una brava capitalista, perché mi ci è voluto del tempo per rientrare nel gioco (la prossima volta conto di costruire hotel a 6 stelle), ho fatto passeggiate sotto il sole d’inverno godendo della luce e della compagnia di persone – e del cane, anche se gli piace rotolarsi nel fango – che amo, ho chiacchierato coi parenti aggiornandomi delle novità, ho voluto brindare più a quel che c’è – e che ho – che a quel che ci sarà.
Zuppa di cicerchie e farro della Garfagnana
Ingredienti
- 200 g cicerchie secche
- 2 foglie di alloro
- 3 a gli
- 100 g farro della Garfagnana IGP
- 2 foglie di salvia
- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 1 rametto di rosmarino
- 3 rametti di timo
- 4-5 cucchiaini di concentrato di pomodoro
- Sale
- Pepe
Preparazione
- Ammollare le cicerchie (solitamente per min. 6 ore), scolarle e sciacquarle, poi cuocerle in abbondante acqua fredda con 2 foglie d'alloro e 1 spicchio d'aglio sbucciato. Lessarle fino a che non saranno morbide (solitamente ca. 2 ore di cottura), salandole solo verso fine cottura.
- Nel frattempo, in un'altra pentola, lessare il farro in abbondante acqua fredda con le foglie di salvia. Scolarlo e metterlo da parte.
- Ridurre a crema le cicerchie con un po' del loro liquido di cottura, utilizzando il frullatore a immersione oppure il passaverdura. Aggiustare eventualmente con altro liquido di cottura, deve risultare una crema abbastanza consistente.
- In una pentola scaldare l'olio e soffriggere i 2 agli rimasti. Toglierli e aggiungere la crema di cicerchie, rosmarino, timo, pepe a piacere, concentrato di pomodoro e il farro già lessato e scolato. Portare a ebollizione, aggiustare di sale e pepe e cuocere per 15 minuti.
- La zuppa si serve ben calda con un filo d'olio extravergine e una spolverata di pepe.
Francesca Fantoni
Ciao Manu, è un piacere conoscerti. Sono contenta che questa ricetta ti piaccia e ancora di più se la proverai! Grazie mille, a presto
Manu InSalad
Ciao Francesca,
è la prima volta che visito il tuo blog ma complimenti, mi piace molto!!!!
Inoltre io adoro le zuppe e le cicerchie non le ho mai provate per cui sono davvero curiosa di sperimentare questa ricetta!
A presto
Manu
Francesca Fantoni
Ciao Ilaria, per noi è stato un modo molto buono per ritrovare un aequilibrio dopo gli eccessi delle feste. Grazie e a presto
Ilaria
Questa zuppa ha un ottimo aspetto e sembra proprio l'ideale per riprendersi dopo le abbuffate delle ultime settimane.