Alla scoperta dell’Aleatico dell’isola d’Elba alla festa dell’Aleatico
Non, non è una cartolina, è una foto dal primo, vero weekend di primavera, trascorso all’Elba alla festa dell’Aleatico: fate la somma e viene fuori un weekend memorabile! È la festa di Portoferraio dedicata all’Aleatico dell’isola d’Elba, uno dei vini passiti italiani più buoni.
L’Elba è una delle isole italiane più belle, dove da vedere e da gustare c’è davvero tanto. Se volete farci una vacanza, leggete i miei suggerimenti su cosa fare e cosa gustare sull’isola.
La Festa dell’Aleatico a Portoferraio
Dalla nave mi sono avviata direttamente alla festa dell’Aleatico, che si tiene nel centro storico di Portoferraio. È un’iniziativa che vuole promuovere il vino passito Aleatico DOCG, ancora troppo poco conosciuto, eppure una delizia per i sensi. Portoferraio è una cittadina con un centro incantevole, fatto di salite e discese, di vecchi palazzi e della fortezza che ricorda i tempi dell’occupazione pisana e medicea.
L’Aleatico dell’isola d’Elba
Entrata nel chiostro, mi trovo davanti a svariati tavoli, ognuno dedicato all’Aleatico di un’azienda elbana. Incrocio Antonio Arrighi, delegato AIS dell’Isola d’Elba, mentre viene intervistato dalla RAI per “La vita in diretta”.
L’Aleatico è un vino passito poco conosciuto fuori dalla Toscana, ha ottenuto da pochi anni la DOCG, ovvero la denominazione d’origine con un disciplinare di produzione più rigido e preciso, che garantisce che vengano usate solo uve Aleatico dell’isola d’Elba. È un vitigno antico, portato sull’isola dai Romani, apprezzato da Cosimo de’ Medici nonché da Napoleone Bonaparte e molto, molto da chi scrive.
Le uve Aleatico vengono stese tra Agosto e Settembre su graticci, spesso all’aria aperta. A questo punto il caldo sole estivo fa il suo lavoro: appassisce gradualmente in 2-3 settimane le uve, che si caricano e concentrano dei loro zuccheri e aromi. Bere l’Aleatico è avere nel bicchiere un vino rosso rubino scuro, in cui il tannino dell’uva rossa da cui si fa questo vino è ben percepibile e contribuisce a non rendere stucchevole questo passito.
Una grande idea hanno avuto gli organizzatori della festa dell’Aleatico, che hanno dedicato il centro del chiostro alla pasticceria tipica dell’isola d’Elba, quella che viene mangiata insieme all’Aleatico e agli altri loro vini dolci.
La schiaccia briaca dell’isola d’Elba
La pasticceria dell’Elba è una pasticceria secca, dove fa da protagonista la “schiaccia briaca“, di cui ne esistono due versioni. Questa “schiaccia” è un dolce rotondo a base di olio d’oliva, pinoli, uvetta, piuttosto basso, spesso con scorze di limone e arancio. Ma non ho ancora detto l’ingrediente principale: il vino, da cui il dolce “briaco” (ubriaco).
C’è una versione rossa della schiaccia, prodotta a nell’est minerario dell’isola, nelle zone di Rio dell’Elba e Rio Marina, che è preparata con un vino liquoroso, l’Alchermes. Io lo conosco dalla mia infanzia, la mia mamma ci bagnava i savoiardi della zuppa inglese… Ma lo sapete che il colore gli deriva dalla cocciniglia, quegli animalini piccolissimi che camminano sui muretti, che incontro d’estate in giardino?
L’altra versione della schiaccia briaca è a base di Moscato e/o Aleatico e viene preparata nella zona di Capoliveri, uno dei paesi più belli dell’isola. Ha un colore meno appariscente ed ovviamente anche un sapore diverso. Come quasi sempre in Italia, c’è tra gli stessi Elbani la diatriba su quale sia, tra le due versioni del dolce, quello autentico e più buono.
Se andate all’Elba – MA provatele nei panifici o nelle pasticcerie o in un buon ristorante, NON nei negozi per turisti – fate le vostre valutazioni…. Sta di fatto che alla festa dell’Aleatico ho potuto assaggiare entrambe le versioni e ho dato la mia personalissima preferenza alla schiaccia col Moscato, che trovo più fine ed aromatica.
Non mi dilungo sul resto della pasticceria secca, a base di Aleatico, che ovviamente ho dovuto assaggiare: praline ripiene, cantuccini, biscottini ecc. Dopo aver degustato gli Aleatici poi ci voleva una pausa rinfrescante… E difatti c’era pronto il gelataio con niente meno che uno squisito sorbetto all’Aleatico: se andate sull’isola vi consiglio assolutamente di provarlo! Sennò potete fare a casa il Gelato all’Aleatico passito e croccante di ciliege.
Vini elbani
Come se la ricchezza del primo piano non bastasse, c’era anche un piano superiore dedicato all’olio e soprattutto ai vini elbani, rossi e bianchi, a base gli uni soprattutto di Sangiovese, gli altri di Ansonica, Procanico (Trebbiano), Vermentino ecc. Inoltre si potevano provare anche gli altri vini elbani da dessert, come il Moscato e l’Ansonica dell’Elba.
Non sono un amante della birra ma mi piace provare tutto. Ho assaggiato la birra all’Aleatico, una bevanda un po’ bizzarra, in cui si mescolano birra e mosto d’Aleatico… senza dubbio rinfrescante.
Le luci dell’isola d’Elba
Il weekend è stato un tuffo nei colori e nei profumi, non solo di vino. La sera mi sono trovata davanti questo.
Sono stata a lungo a bermi quei colori e a sperimentare con la macchina fotografica, nella pace del paesetto semi deserto, dove per la via ci sei tu, il gatto e la vecchina che prende i panni stesi sul balcone e sulla spiaggia solo io, a godere della pace.
La mattina dopo cielo terso e colazione rara e speciale, come forse avete visto su Instagram. Sulla via del ritorno ho capito finalmente perché l’Elba attrae così tanto le persone in cerca di natura.
Certo avevo sete di sole e di caldo, ma vi assicuro che ritrovarsi casualmente a trascorrere i primi due giorni di piena primavera all’isola d’Elba è un’esperienza potente: sommersa dai colori, soprattutto non avevo mai visto così tanta lavanda selvatica, e vicino a lei le ginestre e il rosmarino selvatico.
Il mare era una meraviglia, come d’estate difficilmente si riesce a vedere, senza l’umida foschia dell’afa estiva. Non solo Montecristo, ma addirittura Pianosa sono riuscita a fotografare, una sottile striscia di terra che l’orizzonte solitamente si mangia.
La Corsica si vedeva quasi tutta, addirittura con le sue montagne ancora innevate.
Alla fine di questo breve weekend mi sono convinta che, se dovessi fare una bella vacanza all’Elba, sicuramente sceglierei di andare a Maggio o dopo Agosto, quando l’isola è ancora semi deserta, la natura lussureggiante ed il mare abbastanza caldo da potercisi tuffare, anche per una freddolosa come me.
Francesca
Ciao R&T, grazie!
Rubino e Topazio
Molto bella la cronaca di viaggio, interessante il racconto dell'evento enogastronomico. D'accordissimo nel diffidare dagli specchietti per le allodole turistiche: possono fuorviare in modo importante dal vero gusto dei prodotti tipici locali…
Francesca
Grazie!
Anonimo
stupendo……………