Vellutata di carote alle nocciole tostate, una deliziosa minestra per le serate fredde.
Benvenuto autunno e benvenute minestre! C’è chi a tale esclamazione non gioisce come me, soprattutto alla parola “minestre”, e ribatte: ma vuoi mettere una bella pastasciutta? Ok, ma variare è meglio, secondo me, e quando arriva il freddo le minestre ci stanno proprio bene… e non aggiungo nulla riguardo ai benefici dietetici delle verdure.
Di nuovo vi propongo le carote, ma questa volta in forma alquanto diversa… non croccante, ma cremosa. È questo il bello della cucina, poter navigare tra le consistenze e usare lo stesso ingrediente per cucinare piatti completamente diversi!
Le nocciole e un noccioleto delle Langhe
Le nocciole sono uno dei prodotti d’eccellenza dell’Italia, conosciute in tutto il mondo soprattutto grazie all’artigianato e all’industria della cioccolata. Basti pensare al fenomeno mondiale Nutella. In Italia ci sono 3 zone riconosciute per la qualità delle loro nocciole con marchio IGP o DOP. Anzitutto le Nocciole IGP del Piemonte e le nocciole Giffoni IGP della Campania, a cui si aggiunge la nocciola romana DOP del Lazio, coltivata intorno a Roma e Viterbo. Le sigle non sono mere trovate pubblicitarie o sofismi burocratici, ma iniziative della legislazione europea che mirano a proteggere e garantire l’unicità e la qualità di prodotti territoriali di vario genere, dal vino, al pane, alle olive, al formaggio ecc.
Ecco come appare un noccioleto delle Langhe, che ho visitato quest’estate. Vedete come i due prodotti agricoli più celebri e diffusi in questa regione – uva e nocciole – vengano coltivati spesso gli uni vicino agli altri: i noccioli più a valle, le viti sulle scoscese colline, il luogo prediletto del buon vino.
A poche centinaia di metri da qui ci sono due colline piuttosto famose, la Bussia e Cannubi, due dei cru più rinomati per il Barolo (un cru è una sottozona geografica, indicata in etichetta, che segnala una particolare vigna di pregio da cui è stato prodotto un vino). Abituata alle sinuose colline toscane, è stata davvero una sorpresa arrivare nelle Langhe e trovarmi immersa in un tale panorama di profonde colline geometricamente cesellate. Un cru si riconosce molto bene nelle Langhe e lo vedete anche qui sopra: sono quelle vigne tagliate in forma geometrica con squadra e righello, ognuna delle quali appartiene ad un’azienda vitivinicola. Un po’ come funziona anche in Francia.
Tornando nel presente, la minestrina di carote effettivamente tanto gusto anche a me non lo fa. Proprio per questo ho pensato alle nocciole, probabilmente il tipo di frutta col guscio che amo di più. Le avete viste spesso nei dessert, ma si possono usare magnificamente anche in piatti salati, e ve lo dimostro con questa squisita vellutata. La crema di carote riesce così a farsi mordere, grazie alle nocciole tostate aggiunte. Nella vellutata non ci metto né panna, né latte, che mi sembra addolciscano troppo il sapore delle carote, già dolci abbastanza, e sicuramente appesantiscono la vellutata.
Vellutata di carote alle nocciole tostate e ricordi delle Langhe
Ingredienti
- 450 g carote pulite
- 1 cipolla bianca media tritata
- 20 +20 g burro
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 1,2 l acqua fredda
- Sale
- Un pizzico di peperoncino
- 50 g nocciole con o senza pellicina, tritate grossolanamente
- 4 cucchiaini di panna da montare facoltativo
Preparazione
- In una pentola capiente, fare sciogliere 20 g di burro e 1 cucchiaio di olio e rosolare a fuoco basso la cipolla.
- Tritare finemente le carote e aggiungerle alla cipolla, mescolando bene. Aggiungere l'acqua e portare ad ebollizione.
- Salare e aggiungere il peperoncino. Cuocere la minestra per 20-25 minuti su fuoco basso, mescolando ogni tanto.
- Appena cotta, con il frullatore ad immersione frullare a lungo la minestra, fino ad ottenere una vellutata omogenea. Mettere da parte.
- In una piccola padella fare fondere gli altri 20 g di burro e un cucchiaio di olio, poi aggiungere le nocciole tritate ed un pizzico di sale. Farle tostare a fuoco medio, mescolando ogni tanto, fino a che non avranno assunto un colore bruno.
- Versare la vellutata nel piatto, aggiungere 2 cucchiaini di nocciole e finire con un cucchiaino di panna.
Francesca Fantoni
Ciao Erica, mah si, io l'ho sempre preparata senza patate. Mi sembra che abbia la consistenza giusta anche così. Grazie mille!!
Erica Di Paolo
Adoro le vellutate e non le baratterei mai con un piatto di pastasciutta ^_^
La vellutata di carota mi piace per la sua delicatezza e amo particolarmente la tua versione per l'assenza della patata (che generalmente viene inserita per dare maggiore consistenza) e per questo tocco di classe delle nocciole. Trovo che siano due sapori che si sposino molto bene e trovo avvincente il gioco di consistenze. Complimenti Francesca, ottimo piatto!
Francesca Fantoni
Buongiorno Monsieur! Già, la nebbia è davvero diffusa lassù, ma la conosco più dai romanzi di U. Eco, perché d'agosto non c'è n'era. 🙂 Vorrei tornarci di questa stagione, per vedere le vigne rosse e gialle ed incontrare la famosa nebbia. Il camino quest'anno è ancora lontano, speriamo arrivi finalmente il freddo… Grazie!
Monsieur Tatin
Se penso alle Langhe, penso subito alle nocciole, alle castagnate, alla nebbiolina e al fuoco di un camino.
E ovviamente anche una bella zuppa calda come la tua che mi scaldi a fine giornata